venerdì 8 luglio 2016

MANUALE DIAGNOSTICO DEI DISTURBI MENTALI DA SOCIAL NETWORK

Nota 1: in questo post sono presenti termini che possono offendere la sensibilità di alcuni, come "cacca", "merda" e "ATM".
Nota 2: in questo post sono presenti riferimenti ironici alla disabilità, propria e altrui. La lettura è pertanto fortemente sconsigliata ai soggetti che ritengono non si debba scherzare sulle disgrazie che affliggono i diversamente abili, tipo l'ATM.
Nota 3: se decidi di leggere comunque questo post, sarai considerato soggetto informato e non potrai lamentarti con nessuno di essere stato urtato nei tuoi sentimenti più profondi. Ovvero, in effetti potrai, ma l'autrice si riserva il diritto insindacabile e sancito dalla Convenzione Zuckerberg di bloccarti, bannarti, defollowarti e fare qualsiasi cosa in suo potere per non doverti più sentire, escluso l'omicidio.
Buona lettura.

Pure sui social accade di esprimere un pensiero quasi universalmente approvato e in modo così figo da essere commentato, condiviso e “laikato” (n.d.r.: da like, voce del verbo laikare, neologismo assolutamente criticabile, ma se l’Accademia della Crusca approva “petaloso”…). E mentre tu ti gongoli sia del fatto d’aver stranamente scritto una cosa intelligente, sia perché chi ti segue dimostra d'essere il fiero possessore di una struttura neurale in grado d’intendere, volere e cliccare, ecco che arrivano le minoranze tossiche ad esprimere il loro non richiesto parere contrario. Del resto, i post virali sono un palcoscenico irresistibile, soprattutto per chi non è sostanzialmente mai riuscito, chissà perché, a farsi un pubblico tutto suo, nemmeno tra i cretini.
Ora ti descriverò le forme più diffuse di questo tipo di saprofita e i modi migliori per disfarsene.

MANUALE DIAGNOSTICO DEI DISTURBI MENTALI DA SOCIAL NETWORK

1) Il BastianContrario

Anche se hai appena enunciato una verità assoluta, tipo “La cacca puzza” o “I trasporti milanesi sono perlopiù inaccessibili alle sedie a rotelle”, ecco che il BastianContrario si sente in dovere di dichiarare che, sebbene tutti ti diano ragione, non è proprio così.
Il BastianContrario probabilmente ha avuto genitori illuminati, ma non in grado di accettare l'evidenza d'aver generato un figlio idiota. Tali genitori, credendo erroneamente che il proprio patrimonio genetico sia stato trasmesso alla prole, insegnano subito al pupo che è male seguire sempre il gregge. Il principio in sé non è mica sbagliato, ma il BastianContrario, non possedendo i mezzi cognitivi necessari e sufficienti a discriminare la volta su mille in cui il gregge si sbaglia, finisce per generalizzare e dar sempre torto alla maggioranza. Così, se su un social affermi che non solo la cacca puzza, ma probabilmente avrà pure un sapore di merda, il BastianContrario ti dirà che a lui personalmente l’odore di cacca non dispiace e che una volta l’ha assaggiata ed era pure buona.

2) QuelloCheStaPeggio

Tornando all’esempio della cacca - ma sentiti libero di usare il sinonimo ATM nelle prossime frasi - se provi a dire che le tue feci sono proprio una cagata, arriverà puntualmente QuelloCheStaPeggio a dirti che non ti puoi mica lamentare, perché la sua di cacca è molto peggio. E il più delle volte è assolutamente vero. QuelloCheStaPeggio non è che mente, semplicemente ritiene ingiusto da parte tua denunciare la merda, perché nel mondo il letame abbonda. Che poi QuelloCheStaPeggio non faccia nulla - tipo spruzzare del deodorante in bagno - per migliorare la situazione, è un altro paio di maniche.
Talvolta QuellocheStaPeggio è in grado di attirare qualche simpatia, essenzialmente perché la gente non è solita sparare sulla Crocerossa. Il problema è che in giro c’è quasi sempre QuelloCheStaPeggio e se si usa l’ultimo della fila come pietra di paragone, finisce che nessuno potrà più lamentarsi, perché in fondo mica vive in una baraccopoli. Sarà, ma a me è stato insegnato che se vuoi migliorare devi prendere ad esempio quello che è più bravo di te. Altrimenti finisci come ATM, che pensa di essere accessibile perché invece di guardare Berlino, si bulla col Burundi di due bus accessibili e qualche montascale con disturbo bipolare di funzionamento.

3) Il Complottista

Come spiegato chiaramente dal manuale diagnostico dei disturbi mentali (quello ufficiale intendo), esiste una minoranza di persone fermamente convinta che altre persone complottino per distruggere il mondo. In passato, chi tramava nell’ombra era prevalentemente il vicino di casa ma, grazie ai social, si possono conoscere un sacco di nuove persone che normalmente ti eviterebbero come la peste. Tra l'altro, sui social si è più propensi a dare una chance pure ai pazzi furiosi, consapevoli che già la foto del profilo non comunichi nulla di positivo, ma tanto bloccarli è un attimo. Solo che di solito lo fai dopo che il Complottista ha commentato un tuo post, sostenendo più o meno che fai parte della lobby degli Ingroppati, il cui fine non è, chessò, rendere una città più accessibile per tutti, ma far spendere un sacco di soldi al Comune di Milano, togliendoli alla sanità (preferibilmente al settore pediatrico), così da uccidere un sacco di innocenti.
Il Complottista richiama sempre l'attenzione sui bambini o a volte sui cuccioli, ma solo se quel giorno deve boicottare qualche multinazionale del farmaco. I BAMBINI! CHI PENSA AI BAMBINI?! E la risposta è che ai bambini purtroppo ci pensa appunto il Complottista che, quando non tormenta i disabili come me, suggerisce sulla propria bacheca di non vaccinare i  bambini, che se no diventano autisti (magari pure dell'ATM).

4) Il FortunelloInconsapevole

Al FortunelloInconsapevole una volta è capitato di fare la cacca che profumava di rose. Il problema è che il fortunello è incredibilmente stitico e fa la cacca tipo ogni dieci anni. Quando finalmente ci riesce, sente i cori degli angeli intonare l'Alleluja e ha delle allucinazioni olfattive che gli fanno pensare che la cacca sappia di rose. Un po’ come quelli che una volta nella vita hanno accompagnato il nonno paralitico dal dottore usando la Metro di Milano. Quel giorno, per chissà quale favorevole congiunzione astrale, il montascale ha funzionato ed è andato tutto liscio. Così si convince che ATM Milano sia figa paura in fatto di accessibilità, basando tale conclusione sull’euristica della disponibilità.
N.d.r.: per chi non lo sapesse, l'euristica della disponibilità è il principio psicologico per cui se una volta ti è capitato di vincere 100 euro al gratta&vinci, ti convinci che vincere non sia statisticamente improbabile come in effetti è.

5) Il RazzistaInconsapevole


In realtà tutti i razzisti sono inconsapevoli e lo dimostra il fatto che non abbia mai incontrato nessuno che sapesse di esserlo. C'è però un metodo semplice e infallibile per capire se anche tu appartieni alla categoria. Sei razzista se hai mai pronunciato una sentenza di questo tipo:

 IO NON SONO RAZZISTA,

MA/PERO' (usare preferibilmente entrambe le congiunzioni avversative) 

+

un articolo determinativo plurale tipo I/GLI/LE

+

un sostantivo plurale a scelta fra migranti/meridionali/mussulmani/gay/disabili...

+

un enunciato qualsiasi


L'hai fatto? Sei razzista. Cavolo... forse non dovevo dirtelo così. Magari sta diagnosi per te è uno shock. Dai, te la riformulo con la tecnica del panino che piace tanto agli psicologi:


Notizia positiva: so che nella vita hai fatto molte cose buone


Diagnosi infausta: purtroppo i tuoi sintomi sono tipici del Disturbo razzistico di personalità


Notizia positiva: per fortuna recenti studi dimostrano che il razzismo si può curare grazie alla desensibilizzazione, come qualsiasi altra fobia


Meglio? Fanno 50 euro.

Ora che hai capito la casistica, vediamo come NON devi intervenire. Il più grave errore che puoi commettere (e che personalmente commetto regolarmente) quando incontri uno di questi soggetti problematici, è ribattere. La verità, in quanto essere razionale, è che come me stenti a credere che la natura possa aver generato queste creature e ancor più che esse siano sopravvissute alla selezione sino al punto di imparare (più o meno) a scrivere e a capire (così credono) come funziona un social. Onestamente, è tutta colpa di Zuckerberg che è stato tanto geniale da rendere Facebook così semplice da essere primate-friendly. Lo sgriderei, ma credo soffra già abbastanza ogni volta che un trilione di analfabeti funzionali condivide post tipo: “Da domani Facebook sarà a pagamento, tranne per gli intelligentoni come te che condivideranno questo post”.
La regola aurea che insegnano a Psicologia è: non si può aiutare chi non vuole essere aiutato. Io questo lo so, ma sui social faccio la scema, mica la psicologa.
Detto ciò, ci sono sostanzialmente tre tecniche terapeutiche per affrontare questi episodi maniacali.

1) La piscina degli squali

A volte sui social può sembrare che ti seguano prevalentemente i cretini, ma non è vero. Semplicemente i cretini si fanno notare di più. Su internet, come nella realtà, tendenzialmente si frequentano le persone che crediamo più compatibili, sempre non si abbia uno dei disturbi elencati sopra. Ciò significa che, se qualcuno scrive una stronzata sotto un tuo post, basta avere pazienza e lasciare che le anime affini che ti seguono  e conoscono, divorino in un boccone il poverino, prima che lo faccia tu, in modo molto più lento e doloroso.
Non sempre si ha la fortuna di attirare gli idioti e dobbiamo permettere a chi ci vuole bene di avventarsi su di loro proprio come faremmo noi.

2) Il metodo De Sade

Confesso che è il mio preferito, quando ho tempo da perdere, e consiste nel dare abbastanza corda al soggetto da farlo impiccare. Concretamente, il risultato si ottiene ribattendo instancabilmente e punzecchiando il poverino sino a portarlo sull'orlo del commento furibondo. Dopo aver lanciato il definitivo guanto di sfida, si entra nel suo profilo e si seleziona l'opzione "Blocca". Ciò ovviamente prima che possa pubblicare la risposta. E' un'arte sottile trovare il momento esatto in cui il soggetto non può fare a meno di esplodere e a quel punto abbandonarlo ad imprecare sulla sua isola deserta.

Come dici? Non è eticamente corretto? Vedila così: sono una sostenitrice del suicidio assistito, nei casi in cui il soggetto sia senza speranza di guarigione ed esprima il desiderio di morire. Del resto, la volontà suicida per me è evidente nel momento in cui decidi di contraddirmi sulla mia bacheca.

3) La cura compassionevole

E' definitivamente il sistema migliore, più rapido e meno doloroso per il soggetto: appena dice una cazzata, lo blocchi e cancelli la risposta. E' un po' come il metodo De Sade, ma senza il divertimento unilaterale. Alcuni ti tacceranno di mancanza di democrazia, ma almeno sulla tua cazzo di bacheca potrai essere il monarca assoluto! Chi pensa che tutti possano dire la loro sulle bacheche di tutti, dimentica una cosa fondamentale:

il tuo profilo social è come casa tua. Sei ovviamente libero di dare un mega party e lasciare che entrino cani e porci, ma alla fine se uno ti rompe i coglioni, quella è pur sempre la tua dimora e puoi sbatterlo fuori in qualsiasi momento. Ovviamente, la questione è reciproca e l'ospite sfrattato potrà chiuderti a sua volta la porta in faccia e continuare a dire ciò che pensa con chi è interessato ad ascoltarlo.
E' questa la vera democrazia dei social: poter scegliere quali stronzate ascoltare.








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