giovedì 23 giugno 2016

Sogni da handicappato

Da oggi sono in libreria con un nuovo, ampliato e non censurato “Mi girano le ruote”. Uscire con un post proprio in questo giorno potrebbe sembrare una coincidenza "sospetta" e invece no: è proprio marketing. Il mio fine ultimo è vendere più copie possibile, fare soldi e conquistare il mondo. Ovviamente l'ultimo punto è a medio-lungo termine.
 
Bene, ora che abbiamo chiarito che non sono una Onlus, posso anche dirvi che oggi è anche una buona occasione per pormi nuovi obbiettivi, che poi li si chiama obiettivi, perché “sogni” fa troppo "inguaribile romantica". E questo l’ho imparato dagli studenti con cui lavoro, purtroppo. Ogni volta chiedo loro: “Se tutto fosse possibile, quale sarebbe il tuo sogno?”. Ma nemmeno con la premessa del mondo ideale e ipotetico - quello dei MiniPony e di Scientology, per intenderci - osano confessare i propri desideri impossibili. Come se ci fosse qualcosa di vergognoso nel sognare in grande e le persone fossero autorizzate a parlare solo di obiettivi possibili e spesso, in quanto tali, terribilmente noiosi. Io invece ho sempre avuto grandi sogni, quasi tutti i sogni inconfessabili del mondo, tranne quello di camminare. E non perché più impossibile degli altri, ma perché non me ne frega niente da molti, moltissimi anni. Ognuno ha le sue, discutibili, priorità.
Dunque, oggi voglio condividere con voi i miei sogni e mi piacerebbe con questo spingervi a condividere i vostri, magari con qualcun altro, sempre che non mi paghiate la consulenza. Ma non mi interessano quelli che fate di notte, che già me li propinate in quanto psicologa: a me interessano quelli ad occhi aperti!
Ed ecco i miei, in rigoroso ordine sparso:
1)      Sogno che chi compra una copia di “Mi girano le ruote” la porti in un posto a me inaccessibile, la fotografi e la condivida. Voglio poter dire di essere arrivata sulla vetta di una montagna, in cima alla piramide di Kukulkan, in Tibet, nello spazio… ma pure in fondo a una scala a chiocciola, in un pub con gradini, in una stazione metro della Capitale o, ancora più incredibile, su un vecchio tram dell’ATM, proprio qui, a Milano. Siate le mie gambe e vi porterò nel mio cuore…
E se state pensando che questo desiderio sia puro marketing, siete più svegli di quel che immaginassi.
 
2)      Sogno che il mio libro sia letto ad alta voce da Alberto Angela, sempre che riesca a farlo senza ridere, altrimenti il fine autoerotico va in fumo. Insomma, se ce l’hanno fatta i Minions ad averlo come divulgatore, posso sperare pure io! Se serve a convincerlo, sono perfettamente in grado di blablaare per ore senza pronunciare una frase di vero senso compiuto: ho studiato Psicologia.
 
3) Sogno di poter salire come qualsiasi bipede su un qualsiasi mezzo di trasporto pubblico, dato che pago le tasse come tutti. E non sto parlando di un bus con pedana ogni tanto, ma anche della metro e dei tram, proprio come quando sono all’estero, in Paesi civili.
 
4) Sogno di andare nello spazio. In fondo ci è quasi andato pure Stephen Hawking e quello è più conciato di me. Sì, beh, lui è anche un genio oltre che disabile, ma io fingo bene.
 
5) Sogno di lavorare per l'ESA o per la NASA. Non necessariamente come astronauta, ma pure nella selezione del personale o come coach. Se ogni mattina posso auto-motivarmi a fare la pendolare Cairate-Milano con una sedia a rotelle, convincere degli aspiranti astronauti a sgobbare per raggiungere Marte sarà un gioco da ragazzi. Trovate il mio curriculum su Linkedin.
 
6) Sogno che mi impiantino direttamente nel cervello un chip in grado di guidare la carrozzina elettrica. Odio dovermi ricordare di accenderla per spostarmi. Ovviamente la carrozzina dovrebbe reagire solo ai comandi volontari e non ai temporanei impulsi omicidi... anche se sarebbe un buon alibi. Se poi la carrozzina facesse da sola pure le scale, si farebbe prima che a farmi abbattere tutte ste cazzo di barriere architettoniche.
 
7) Sogno di andare nelle scuole e parlare di inclusione con gli studenti, oltre che per cazzeggiare fuori ufficio. Perché, diciamocelo, a cambiare la mentalità degli adulti ci si deve sbattere il doppio per ottenere un terzo.
 
8) Sogno che inventino una pizza che non faccia ingrassare.
 
9) Sogno di continuare a viaggiare, ma senza dover litigare ogni volta per usare un mezzo di trasporto che dovrebbe essere mio diritto usare. Oppure prenotare in una stamberga con i miei amici, anziché star sola nel cinque stelle che è l'unico con la camera accessibile.
 
10) Sogno che anche altri disabili che di cognome non facciano "Gambirasio" imparino a rompere le palle, ma non sulle questioni di lana caprina, tipo "Mi ha chiamato handicappato anziché diversamente diverso". Sei handicappato: fattene una ragione!  Straccia le gonadi altrui per salire su un treno inagibile o altre cosucce che potrebbero davvero migliorarti la vita e lascia che delle diatribe terminologiche se ne occupi l'Accademia della Crusca.
 
Ora sta a voi decidere l'ordine di fattibilità dei miei sogni. Magari potreste pure darmi una mano a realizzarli, partendo dal punto 1), sempre che non siate Alberto Angela, di un'agenzia spaziale o dell'ATM.

P.S.: sentitevi ovviamente liberi di condividere il post, pubblicizzare il libro, fargli una marchetta...





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