martedì 3 maggio 2016

Il decalogo dell'illuminato

La vita di tutti è una faccenda complicata, mica solo la tua. Certo, poi ci sono pure un sacco di modi per complicarsela ulteriormente, ma posso assicurarti che, pure se non ci metti del tuo, sarà comunque un casino.
Pare che esista una sola soluzione definitiva a tutti i propri problemi… sempre che non si creda nella reincarnazione. Ad ogni modo è pur vero che, applicando poche e tutt’altro che semplici regole di vita, magari qualche lieve miglioramento lo potresti notare.
Io per esempio, mi sono data delle direttive, di cui riconosco la profonda saggezza e utilità, che applico regolarmente, quando ormai è troppo tardi.
E giusto per infrangere la prima regola…


1) Non dare consigli, soprattutto se richiesti
Le persone non vogliono davvero essere consigliate. Ciò che desiderano sono due cose, che non si escludono affatto a vicenda:
A) che tu decida al posto loro, giusto per aver qualcuno da incolpare di aver rovinato la loro vita;
B) che gli consigli esattamente l’opzione che già ritengono essere la più valida.
Se ti hanno appena chiesto un consiglio, solleticando così il tuo Ego, sei già caduto nella trappola: ora puoi solo scappare o fingerti morto.
Personalmente, quando mi chiedono “Tu cosa faresti se fossi al posto mio” io rispondo inevitabilmente “Camminerei”.

2) Anche se sai come andrà a finire, non dirlo
Il mondo non ha mai apprezzato i veggenti, soprattutto se ci prendono. Sicuramente Cassandra avrebbe avuto una vita sociale migliore se, invece di predire alla gente delle sciagure, avesse raccontato loro che sarebbe andato tutto bene. E’ scientificamente provato che le persone che dimostrano di avere ragione sono più odiate di quelle che rassicurano il prossimo, pur non azzeccandoci spesso. Ed è anche scientificamente provato che la gente crede maggiormente alle affermazioni se sono precedute dall'enunciato "è scientificamente provato".


3) Non rimpiangere i tuoi errori: probabilmente non hai mai sbagliato
La più grande bugia della tua vita te l’ha insegnata la Maestra di Matematica quando ti ha spiegato che i problemi si affrontano in tre passaggi: dati, risolvo, rispondo.
La vita non ti fornisce mai tutti i dati necessari e devi affrontare i grandi problemi accettando un tasso d’incertezza colossale. Così stanno le cose e se ti sembrava difficile calcolare l’area del triangolo quando ti davano base e altezza, figurati se puoi davvero sapere se lei è la donna migliore con cui trascorrere il resto della tua vita, pure se ti dà le misure esatte al momento dell’acquisto. Tra l'altro, pare che pure non scegliere sia una scelta... presa da altri a un certo punto, e pertato con maggior possibilità di fregatura.
Quindi, tecnicamente, non sbaglierai mai e non hai mai sbagliato: è la vita che ti costringe a prendere delle decisioni sulla base di dati incompleti. Nemmeno quella stronza della Maestra di Matematica potrebbe accusarti di non aver calcolato una variabile incognita.
Per inciso, se la fisica quantistica ha ragione, nel momento esatto in cui hai scelto, il tuo mondo si è sdoppiato: un mini-te ha scelto Lettere e l’altro mini-te Psicologia. Il lato ironico è che entrambi state facendo un lavoro che non c’entra niente coi vostri studi, pensando che all'altro sia andata meglio.
Per quanto mi concerne, non potendo sapere come sarebbe andata “se avessi…”, ho deciso di autoconvincermi di aver sempre preso le migliori scelte, anche se non vorrei essere la Engy dello specchio a questo punto.

4) Quando fai una cazzata, chiamala col suo nome
Se sbagliare è praticamente impossibile, cazzare è umano. La verità è che siamo creature pigre, che non ci provano nemmeno ad analizzare i dati, a impegnarsi, a ragionare, ma decidono su due piedi... beh, almeno la maggior parte dei bipedi lo fa.  Pure io di cazzate ne ho fatte tante, sebbene su quattro ruote.
Per esempio, scolarsi una bottiglia di Bracchetto a stomaco vuoto, oltre a denotare completa ignoranza enologica, non è un errore, è una cazzata. E non venire a dirmi che non avevi elementi per immaginare come sarebbe andata a finire quando hai tirato fuori dalla cantinetta degli orrori quella bottiglia. Magari ti sei auto-illuso, raccontandoti la favola del “solo un sorso”, ma sappiamo entrambi che, se hai aperto quella roba mentre eri sobrio, solo e con il frigo vuoto, stavi cercando un pessimo modo di farti del male.
Di cazzate ne abbiamo fatte e ne faremo, ma dobbiamo chiamarle con il loro nome. Altrimenti la gente inizierà davvero a pensare che quella cazzata è il massimo a cui sei riuscito ad approdare dopo attente valutazioni e ti considererà una causa persa.

5) Se vuoi evitare il panico, non guardare troppo lontano
Più in là guardi, più le prospettive sono orribili. Sì, insomma, sai già come andrà a finire: nei titoli di testa della vita c’è già un grosso spoilerone sulla tua morte. Tra l’altro, più guardi lontano, meno dati di analisi hai a disposizione. Ora, non ti dico di vivere giorno per giorno, ma di programmare il tuo futuro al meglio, correggendo il tiro via via che acquisisci nuovi elementi. E se non vedi una soluzione, nella maggior parte dei casi, è perché stai guardando troppo lontano e magari pure senza binocolo.

6) Sii il tuo metro di misura
Difficilmente tirare fuori il righello in bagno per confrontarti con i tuoi amichetti non lascia conseguenze sgradevoli. Pure se ce l’hai incredibilmente lungo, non puoi non ammettere che sbattere in faccia la tua virilità ad un altro è una cosa terribilmente gay. Confrontarsi con gli altri sulla propria normalità porta sempre a risultati imprevisti.  Se sei sempre arrivato primo, basterà essere secondo una volta per deludere te stesso… e tra l’altro gli altri probabilmente ci godranno. Se sei sempre ultimo, non riceverai comunque una ola quando arriverai penultimo, per quanto tu ti sia impegnato. L’unica è misurarti su te stesso. Non so tu, ma quando io riesco ad infilarmi il golfino da sola, nella mia testa sento i Queen cantare “We are the champios”. Con il duro impegno e il giusto sistema di misura, si può essere incredibilmente soddisfatti di sé. Il resto del mondo saprà fare di meglio, ma il resto del mondo non sono mica io.


7)  Ricorda che le persone cambiano, quando non le guardi
Sì, proprio come l’acqua, che non raggiunge mai il bollore se la fissi, pure le persone non sembrano cambiare mai se gli punti gli occhi addosso… in compenso però possono arrivare a bollire in modo repentino. Insomma, se devi seminare, semina. Innaffia se credi. Ma non ti aspettare di vedere i risultati nei giorni successivi, forse nemmeno nei mesi o nei primi anni. Altrimenti farai fare alle persone che vuoi veder crescere la fine delle mie orchidee, che sono state bene fino a che non ho iniziato a notarle e prendermi cura di loro, bagnandole tutti i giorni. In compenso l’edera sulla mensola sopra il lavandino, dove non arrivo, si è allungata così tanto che di notte si apre da sola il rubinetto e beve finché le garba… è l’unica spiegazione scientifica possibile al fatto che sia ancora viva.

8) Se non vuoi un futuro di merda, che la tua giornata di merda non diventi la mia giornata di merda
Tutti abbiamo delle giornate no. Sebbene non mi sia mai alzata col piede sbagliato (per ragioni logistiche), più di una mattina mi è capitato di non ingranare la marcia giusta. In questi casi, la soluzione migliore è fingere di non esistere. Se hai le palle girate, non sfogarti sul prossimo: mica lo dico per altruismo! Si tratta d’infrangere un circolo vizioso: tu hai la luna storta e mi tratti di merda, ma siccome sei tipo il mio Capo, non posso mandarti elegantemente inculandia. Così tratto male mio marito, il quale non mi risponde a tono, perché mi teme più dell’Inferno, probabilmente a ragione. E allora marito sale in auto con l'idrofobia e al primo semaforo prende il prossimo a clacsonate, urlando dal finestrino le discutibili abitudini sessuali della sorella. Dato che però il prossimo ha fretta, non è che scende dall’auto per finirla lì, magari con spargimento di sangue, essenzialmente perché non può esser certo che il sangue non sarà il proprio. Però la carogna se la porta dentro e arriva in ufficio con un umore che a confronto il Dottor House è Mary Poppins. E in ufficio incontra un suo collega, che guarda caso è il Capo del mio Capo…
Io ovviamente ora l’ho fatta breve: il giro è molto più lungo, altrimenti ce ne accorgeremmo. Ma il succo non cambia: tutto torna indietro, se non in questa vita, nella prossima. Guarda me: nell'incarnazione precedente ero Hitler, se no mica si spiega.

9) Le persone mentono molto meno di quello che pensi
La verità è che non abbiamo bisogno di mentire: siamo abilissimi nel credere quel che vogliamo. Magicamente la realtà si plasma sotto le nostre proiezioni mentali, permettendoci di vedere, sentire e ricordare ciò che crediamo. Eppure siamo portati a pensare che gli altri mentano più spesso di quanto non sia. E sai perché? Perché quando una persona non mente, non sente il bisogno di sforzarsi di apparire credibile. E non lo dico a muzzo: ho davvero partecipato ad uno studio sulla comunicazione menzognera che dimostra scientificamente che, quando una persona mente, risulta molto più facile credergli (Vedi Anolli, Balconi e Ciceri). Alla luce di tale scoperta, avevo solo due scelte: iniziare a dubitare delle persone di cui non dubitavo, oppure ritenere che se le persone scelgono di mentire deliberatamente, forse non voglio davvero scoprire la verità. Quando invece nemmeno si rendono conto che ciò che dicono è falso, beh… si fa prima a dar loro ragione che a dimostrare che han torto. In fondo, a chi giova dimostrare che l'altro si sbaglia?  Io vesto da anni la taglia 46, sebbene col tempo le grandi marche abbiano modificato le misure, e mio marito, che di lavoro vende abiti, ha sempre sostenuto la mia ragione, anche a costo di scambiare le etichette dei vestiti.

10) Non annunciare nel titolo di un blog che seguirà un illuminante decalogo se non sei assolutamente sicuro di avere almeno dieci punti da illustrare

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